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LE ORIGINI

STORIA DEL VINO TRENTINO

La viticoltura trentina vanta antiche e nobili tradizioni. L’origine si colloca in età preromana come documentato dalla “situla etrusca” rinvenuta circa un secolo fa a Cembra, centro della valle omonima; fu peraltro solo più tardi, all’epoca di Augusto, così attesta Plinio, che i vini del Trentino, allora chiamati “retici”, divennero celebri.

Nel Medioevo il Trentino, per la sua posizione geografica, idealmente collocata come ponte tra la Penisola italica e le popolazioni a nord del Brennero, ebbe i migliori cultori della vite nei monaci e i più efficaci promoter dei vini nei mercanti.

Tutta un’abbondante letteratura documenta fin da quell’epoca – e dopo il 1100, come riportato dagli statuti delle città di Trento, Rovereto e Riva – la rigorosa disciplina alla quale erano sottoposti la viticoltura locale e il commercio vitivinicolo.

Nel ‘600, Michelangelo Mariani, autore dell’opera letteraria “Historia del Concilio di Trento”, dedica un intero capitolo ai vini del Trentino, le cui caratteristiche fondamentali, egli scrive, sono: “quella di farli senza studio, tali quali nascono e senza adulterarli, e ….”andando fuori del Trentino di acquistare nuova forma e bontà”.

Successivamente la tradizione vinicola, lungi dall’affievolirsi, si radicalizzò profondamente, intrecciandosi intimamente con le stesse vicende storiche che accompagnano fino ai nostri giorni il processo di sviluppo del “Trentino viticolo”.

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L'istituto Agrario di San Michele

Nel solco di queste tradizioni storiche si è inserito nel 1874 l’Istituto agrario provinciale di San Michele all’Adige, oggi Fondazione Edmund Mach, allora articolato in due sezioni: la Stazione sperimentale agraria e la gloriosa Scuola di specializzazione in viticoltura ed enologia. Ad esso spetta indubbiamente il merito di aver gettato le basi tecniche e scientifiche che hanno assicurato la progressiva elevazione qualitativa dei vini del Trentino. Da quella data infatti, essi iniziarono una brillante carriera mietendo successi nelle competizioni nazionali ed estere con riconoscimenti chiari e ambiti, che fanno a tutt’oggi onore alla vitienologia locale.

Il comitato vitivinicolo trentino

La creazione a Trento nel 1948, sull’esempio francese, del Comitato Vitivinicolo trentino, quale organismo interprofessionale dei produttori e dei commercianti con lo scopo di tutelare il prodotto e promuovere una graduale “politica della qualità”, ha consentito di realizzare la “Carta viticola del Trentino”, primo documento del genere esistente all’epoca in Italia, quale inventario delle consistenze viticole e, al tempo stesso, piano di sviluppo della viticoltura locale. Un lavoro che all’epoca ha trovato il consenso non solo degli organi tecnici e l’appoggio della Regione, ma soprattutto la partecipazione attiva dei viticoltori nella realizzazione delle indicazioni tecniche, elaborate al fine di determinare il graduale passaggio da una viticoltura “di massa” a una viticoltura “di qualità”.

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L'Istituto trentino del vino

Successive evoluzioni hanno portato poi il territorio a organizzarsi ulteriormente fino alla creazione nel dicembre del 1994 dell’Istituto trentino del vino, nato con “lo scopo di favorire e stimolare lo sviluppo tecnico-economico dell’attività vitivinicola dei soci e settori affini e derivati tramite la tutela dei loro interessi, ottenuta principalmente con l’organizzazione in comune di servizi di informazione, di documentazione, di promozione commerciale e di miglioramento e valorizzazione delle produzioni trentine”.

Consorzio di tutela vini del Trentino

L’esperienza dell’Istituto trentino del vino si è poi conclusa con l’avvento della nuova legislazione nazionale relativa al comparto agroalimentare, e segnatamente vitivinicolo, e la costituzione nell’ottobre del 2011 del Consorzio di tutela vini del Trentino che, a tutt’oggi, è pienamente operativo e svolge funzioni di tutela, valorizzazione e promozione dei prodotti vitivinicoli.

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LA VITICOLTURA

La viticoltura trentina ebbe il suo momento di massima estensione territoriale (18mila ettari circa) durante la permanenza della nostra provincia (allora Welsch Tirol) nell’Impero austroungarico, quindi fino al 1918, quando l’Austria, Paese notoriamente poco dotato di produzioni vinicole, valorizzava appieno le potenzialità del terroir. In seguito, con l’annessione al Regno d’Italia, il più grande Paese vinicolo europeo, la superficie vitata del Trentino si è ridimensionata attestandosi attorno ai 10mila ettari, che ancora oggi insistono sul territorio.

L’ambiente, nel quale viene esercitata da millenni la viticoltura trentina, offre alla vite un habitat ideale che trova i suoi elementi di primaria importanza in fattori distintivi e peculiari come i terreni, che per origine, natura e composizione geologica sono estremamente diversificati e singolari. Le condizioni climatiche sono inoltre caratterizzate da un regime continentale asciutto, temperature moderate e un’alta escursione termica. Si tratta di un contesto pedoclimatico ideale che ha favorito la frammentarietà degli appezzamenti vitati e che al giorno d’oggi consente la coltivazione di circa venti qualità di vite diverse, tra cui si riconoscono le principali varietà internazionali, affiancate da vitigni originari del Trentino come la Nosiola, a bacca bianca, il Marzemino e il Teroldego, entrambi a bacca nera.

La Mostra vini del Trentino

Esattamente in questo humus favorevole, è stata ideata la Mostra vini del Trentino, la cui prima edizione risale al 1874 e che ancora ai giorni nostri si configura come un evento specializzato per operatori e amanti della divin bevanda, ove si organizzano, oltre alle degustazioni delle referenze dei produttori trentini, anche incontri, convegni, seminari e iniziative culturali di approfondimento. Ben 80 sono state le edizioni che si sono succedute presso prestigiose sedi della città di Trento e negli ultimi anni presso l’Enoteca provinciale a Palazzo Roccabruna in collaborazione con la Camera di Commercio di Trento.

Palazzo Roccabruna
Enoteca provinciale

Palazzo Roccabruna è una dimora rinascimentale situata nel centro storico di Trento. Entrato a far parte del patrimonio immobiliare della Camera di Commercio nel 2004, il Palazzo è da allora sede delle attività di promozione territoriale dell’Ente. Le sue origini risalgono all’epoca del Concilio di Trento (1545-1563) quando i suoi ambienti ospitarono la delegazione spagnola, guidata da Claudio Fernandez de Quignones, conte di Luna e ambasciatore del re di Spagna, Filippo II. Splendidamente decorata con motivi araldici e raffigurazioni vegetali, spicca sulle altre la grande sala che si apre al primo nobile, vero e proprio capolavoro del tardo Rinascimento trentino. Nei locali del piano terra ha sede l’Enoteca provinciale del Trentino, struttura voluta dalla Camera di Commercio per la valorizzazione dell’enogastronomia trentina ed aperta al pubblico per degustazioni da giovedì a sabato con orario 17.00 – 22.00.  Qui, assistiti da personale esperto, è possibile scegliere fra una ricca lista di vini trentini a bicchiere (circa sessanta etichette a settimana, sempre diversi) da abbinare con le specialità gastronomiche locali (formaggi, soprattutto di malga e salumi). D’estate non può mancare una sosta nella bellissima corte interna dove trascorrere una piacevole serata in compagnia dei sapori del territorio, magari dopo la visita ad una delle mostre che il Palazzo ospita al piano nobile.

La Confraternita della vite e del vino

Intorno alla fervida attività che ha contrassegnato negli anni l’ambiente vitivinicolo trentino si è avuta una particolare congiuntura di interessi ed entusiasmi che è poi sfociata nella creazione di una singolare istituzione, espressione della convinzione con cui la comunità della provincia ha seguito il progresso economico in campo viticolo. Si tratta della Confraternita della vite e del vino di Trento, costituita nel 1958 che, manifestando costante interesse alle varie tematiche attinenti alla cultura vitivinicola trentina, ha inteso diffondere ed esaltare il gusto e l’educazione nella fruizione dei vini di eccezionale pregio, facendosi promotrice di eventi, manifestazioni e iniziative sociali a tema. Della Confraternita fanno parte viticoltori, giornalisti, tecnici e professionisti, accomunati da un’autentica passione per la cultura e la tradizione vitivinicola trentina.